Espatrio Reinventarsi

Non siamo in vacanza

non siamo in vacanza
Written by Guest

Sono un’ italiana residente all’estero.
Sono una di quelle persone che ha preso il treno che è passato e una di quelle persone che
almeno una volta nella vita si è sentita dire : ma tu cosa ne sai della vita in Italia?
Perché essere residenti in un altro paese, nell’ immaginario collettivo, implica fare una vita
bellissima, avere una casa grande con la piscina, scuole da sogno per i bambini e una serie infinita di privilegi.


Ma a che prezzo?
Una delle conseguenze più comuni, per chi segue il partner in un’avventura da espatriati, è la
perdita di se stessi e la crescita di sfiducia nel proprio valore.
Se sei il partner di un italiano che prende al volo l’occasione lavorativa della vita, allora ti capiterà di avere un visto che non sempre ti consente di lavorare o lavorare con limitazioni. Sopratutto in paesi come il Sudafrica, dove ho vissuto per tre anni e che posso raccontare per esperienza diretta.


Io sono una danzatrice e coreografa diplomata in accademie internazionali ( ho vissuto all’estero
per metà della mia vita) e un’ insegnante certificata di pilates. Il mio lavoro aveva subito un
rallentamento durante la diffusione del virus COVID 19. Durante la pandemia ho iniziato a
insegnare online a piccoli gruppi di allievi affinando la tecnica dell’insegnamento da remoto.
Quando sono partita per il Sudafrica l’anno dopo, avevo già un piccolo numero di allievi abituati
all’online e che anzi lo preferivano per motivi lavorativi o di comodità.


Entrando nell’AIRE ( Anagrafe degli italiani Residenti all’ Estero) e risiedendo in un paese esterno all’UE, dopo un anno si perde la possibilità di avere una partita iva forfettaria. sono quindi dovuta passare ad un regime fiscale ordinario. Le difficoltà legate a questo cambiamento sono state notevoli.
Il Sudafrica per contro non consente di lavorare a coloro in possesso di un visto di
accompagnamento, di conseguenza ho dovuto chiudere la partita iva e mi sono trovata ferma in un limbo e immersa in un pantano di difficoltà economiche e personali.


Ed è proprio qui, in una sospensione fra i due paesi che il sé comincia a vacillare: si smette di
credere nel proprio valore, ci si comincia a smarrire e a colpevolizzare il partner per il cambio di
vita intrapreso.
Il contrasto fra i successi lavorativi dell’uno spesso impattano molto sulle incertezze dell’ altro.
Si esce da questo marasma solo rimanendo centrati e restando saldi al timone.
Con l’aiuto di mio marito, ho cercato soluzioni che potessero rendere possibile la mia attività.
Ho capito che dovevo implementare il lavoro online perché c’era una forte richiesta di allenamento di questo tipo che, oltretutto, rientrava nei lavori possibili nel paese che mi ospitava, poiché inserito nella categoria ibrida dei “ Digital Nomad”.


Ho fondato, quindi, una piccola comunità di persone che praticano Pilates e movimento Online.
Credo che le difficoltà che incontriamo sul nostro cammino, non siano ostacoli ma opportunità.
Ritengo inoltre che, dopo un giusto momento di smarrimento e crisi, ci si debba rialzare forti e
fiduciosi ed innescare la macchina del cambiamento. E’ difficile rimanere aperti e disponibili alle
opportunità.


Il cambiamento può avvenire in molti modi: magari iniziando a studiare qualcosa che abbiamo
sempre desiderato ma non abbiamo mai avuto il coraggio o il tempo di fare, oppure iniziando a
scrivere un blog, a disegnare o magari diventando nutrizionista che offre consulenze online (come una mia cara amica iraniana che vive in Sudafrica).

Rimanere, dunque, agganciati a se stessi e aprire lo sguardo, studiare nuove strategie e cercare di
conoscere meglio il paese che ci ospita e le sue leggi per trovare la soluzione migliore per noi è la
ricetta per vivere serenamente un cambio di vita legato al partner e non “ causato” direttamente
dalle nostre scelte.
La nostra vita non è una vacanza in un posto meraviglioso come a volte può sembrare.
E’ un lavoro di adattamento, conoscenza e rispetto del paese che ci ospita e che diventa la nostra
seconda casa.


La nostra e’, sicuramente, un’ esperienza di vita gratificante se vissuta in modo paritario e se
entrambe le parti sono equamente soddisfatte, gratificate e felici.

Alice Bariselli, Sud Africa

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